Giochi della Gioventù:
Palermo celebra il ritorno dello sport scolastico
Il blog per chi vuole conoscere le tendenze in città e non solo
Sfrigola dà vita al Cunto dell’Arancina
Lo store di Porta Nuova, a Palermo, compie otto anni
e dopo i 5 punti vendita in Italia investimenti a Bucarest e Londra
L’idea è quella di ripercorre alcune tappe della storia siciliana attraverso il cibo di strada. Nasce così il “Cunto dell’Arancina” pensato da Adriano Pizzurro, (nella foto ) imprenditore palermitano e patron di Sfrigola (la bottega che ha fatto dell’arancina espressa il suo punto di forza), che ha presentato le tappe del Cunto in occas6ione dell’ottavo compleanno dello store Porta Nuova, nel centro storico del capoluogo siciliano.
Una narrazione suggestiva, scritta e interpretata dagli artisti Alessia Spatoliatore e Angelo Daddelli, che andrà in tour in tutti i punti vendita Sfrigola a partire dall’ultimo fine settimana di giugno. Ecco gli appuntamenti: 28 giugno ore 19 Sfrigola Maqueda (via Maqueda 223 - Palermo); 4 luglio ore 12.30 Sfrigola Porta Nuova (corso Calatafimi 11 - Palermo); 18 luglio ore 19 Sfrigola Cefalù (corso Ruggero 53 - Cefalù); 27 luglio ore 19 Sfrigola Erice (via Vittorio Emanuele 100 - Erice); 3 agosto ore 18.30 Sfrigola San Vito (via Regina Margherita 65 - San Vito Lo Capo).
In occasione delle otto candeline, dal 15 luglio sarà lanciato il “fritto da passeggio” , un coppo pieno di street food e al fondo una bevanda da gustare.
Adriano Pizzuro ha raccontato: “La nostra forza è nella formula di una cucina a vista, dove le preparazioni sono fatte vivere ai clienti, senza filtri. Presto sbarcheremo anche a Londra”.
Ignazio Balistreri, imprenditore in partnership con Pizzurro nello store di Palermo, ha aggiunto: “E' la novità divertente per l'estate, che consente di gustare le nostre specialità passeggiando in giro per le isole pedonali del centro storico. Sarà disponibile in tutti i negozi della catena”.
L’avventura di Sfrigola prende il via nel 2016 nel primo store a Erice quando, insieme al fratello Emanuele e al cugino Francesco Paolo Caronia, Adriano Pizzurro immagina un luogo dove poter servire arancine sempre calde e fritte al momento con una produzione totalmente a vista, dalla preparazione del riso alla frittura. Nasce così il primo format dell”’arancina espressa in Sicilia”.
Diciotto le diverse arancine proposte, oltre alle super classiche alla carne (con ragù di carne) e al burro (mozzarella e prosciutto), Sfrigola propone altre 16 varianti che cambiano secondo la stagioni e realizzate con prodotti tutti in arrivo dalla Sicilia (qui tutti le varianti proposte: www.sfrigola.it/i-gusti/).
In tutti i punti vendita Sfrigola è anche possibile acquistare una box in metallo con all’interno un kit completo per realizzare 15 arancine a casa propria, compreso il mix di riso carnaroli e parboiled (lo stesso utilizzato negli store), oltre a una brochure che descrive il procedimento di realizzazione del prodotto e un QR CODE che permette di scaricare il video (in decine di lingue, compreso cinese mandarino) che mostra tutti i passaggi per un’arancina perfetta.
Oggi Sfrigola conta due punti vendita a Palermo (via Maqueda e Porta Nuova), uno nel borgo medievale di Erice (Trapani), uno a pochi passi dalla spiaggia di San Vito Lo Capo (Trapani), uno a Cefalù, uno a Milano e uno a Bucarest. E nelle prossime settimane sarà inaugurato il locale di Londra.
Una realtà quindi che, dopo la Sicilia e l’Italia, guarda all’Europa e che oggi può vantare sessanta dipendenti, un fatturato di 2,5 milioni di euro e una produzione di 700mila arancine vendute ogni anno.
I cugini di Generazione Alessandro
Il territorio
L’azienda: “Così valorizziamo il territorio”
Presentata a Palazzo Branciforte, a Palermo, la nuova etichetta della cantina Alessandro di Camporeale: il Monreale Perricone Mandranova. L’evento è stato presentato dalla nuova generazione dell’azienda: i cugini omonimi Benedetto Alessandro, uno enologo l’altro responsabile marketing e commerciale, e da Anna Alessandro, che coordina l’amministrazione.
La scelta di puntare sul Perricone nasce dall’impegno degli Alessandro nella valorizzazione del territorio e dei vitigni che ne rappresentano l’espressione più pura e tradizionale. Negli anni la cantina si è dedicata a questo vitigno profondamente legato alla Sicilia occidentale, dove è stato coltivato per secoli diventando parte integrante della tradizione vitivinicola locale. Nonostante le sue antiche origini, infatti, questa varietà è stata a lungo abbandonata per via delle difficoltà legate alla coltivazione e alla vinificazione: una maturazione tardiva lo espone a rischi legati all’imprevedibilità climatica, che possono causare difficoltà nelle maturazioni, e il vino che se ne produce ha un tannino fitto e intenso che ne contraddistingue il sorso.
Inoltre il Perricone p uno dei tre vitigni protagonisti del rinnovato disciplinare della Doc Monreale, un progetto che ha portato alla valorizzazione delle varietà autoctone e alla salvaguardia dell’identità territoriale, di cui la famiglia Alessandro intende sempre più farsi portavoce.
Il Monreale Perricone Mandranova prende il nome dal luogo di coltivazione delle uve da cui proviene, nell’agro di Monreale e dalla contrada in cui sorge la cantina.
L’azienda
Alessandro di Camporeale è la storia di una famiglia di vignaioli, giunta alla quarta generazione, la cui missione è valorizzare il territorio attraverso un impegno quotidiano e una visione sostenibile.
Alessandro è il cognome di famiglia, Camporeale il paese che ospita la tenuta. Alessandro di Camporeale è il nome di una realtà impegnata da sempre nella valorizzazione di un territorio meraviglioso, con una cultura secolare per il vino.
Un’azienda nata e cresciuta tra le colline della valle del Belìce, vicino Palermo, nel territorio della Doc Monreale, una vasta denominazione che si estende nell'entroterra della Sicilia nord-occidentale, ad altitudini che vanno dai 300 ai 600 metri sul livello del mare. Nella tenuta si coltivano 40 ettari di vigneto, su suoli calcarei-argillosi e sabbiosi. Luoghi in cui il clima è più semicontinentale che mediterraneo, ed è caratterizzato da forti escursioni termiche tra notte e giorno. Queste condizioni pedoclimatiche sono ideali per valorizzare varietà autoctone come Nero d’Avola, Catarratto, Grillo, e varietà internazionali come Syrah e Sauvignon Blanc che si sono adattate perfettamente al territorio di Camporeale, grazie anche a un impegno costante, sempre rivolto all’eccellenza.
L’approccio adottato in vigna è improntato sul rispetto dei valori della tradizione, dell’esperienza e della conoscenza del territorio. Le attività legate alla cura e crescita della vite sono svolte manualmente, seguendo i principi dell’agricoltura biologica e utilizzando piccoli accorgimenti che nascono dalla profonda conoscenza dei terreni e del vigneto. Viene impiegata la tecnica del sovescio, per favorire la fertilizzazione del terreno e preservarlo da fenomeni erosivi; vengono attivate misure a sostegno della biodiversità, come l’impianto di siepi e arbusti o la realizzazione di cumuli di pietre vicino ai filari per consentire l’insediamento di organismi preziosi nel combattere i parassiti.
Come in vigna, anche in cantina si utilizzano tecniche poco invasive: un’enologia ispirata a un’idea di massimo rispetto della materia prima, volta ad esaltare le caratteristiche varietali e territoriali di ogni singolo vitigno. In cantina vengono vinificate esclusivamente le uve provenienti dalla tenuta, con un lavoro costante di aggiornamento e ricerca per migliorare il processo produttivo. Forti della conoscenza delle varietà coltivate e delle loro particolarità e unicità, tramandata da generazioni.
Generazione Alessandro
Spinti dalla passione per la Sicilia e per il vino, i tre cugini (i due Benedetto e Anna) portano avanti il progetto Generazione Alessandro sull’Etna (a Linguaglossa), dove dal 2018 producono vini dalla forte identità. Un totale di dieci ettari vitati con una produzione di 39.000 bottiglie.
Gamma dei vini
Sono i totale 11 le etichette prodotte dalla cantina Alessandro di Camporeale nei 40 ettari dell’azienda con una produzione di 270.000. I vigneti si estendono nel territorio di Camporeale nelle contrade Mandranova, Fargione e Cattiva.
Le varietà coltivate sono: Grillo, Catrarratto lucido, Catarratto extralucido, Sauvignon Blanc, Nero d’Avola, Perricone, Syrah
Le etichette prodotte:
Classici
Benedè Catarratto
Donnatà Nero d’Avola
Vigna di Mandranova
Grillo Vigna di Mandranova
Monreale Bianco Vigna di Mandranova
MNRL Syrah Riserva Vigna di Mandranova
Monreale Perricone Mandranova
Kaid
Kaid Sauvignon
Kaid Syrah
Kaid Vendemmia Tardiva
Spumante Metodo Classico
Metodo Classico Extra Brut
Metodo Classico Sboccatura tardiva
Clicca sul pulsante in basso, per esplorae il sito dell'azienda
Il ristorante dell'Hotel Ambasciatori in via Roma a Palermo coniuga un menu raffinato ad una vista mozzafiato
Atmosfere raffinate e servizio da hotellerie di lusso: questa la proposta culinaria del Seven Restaurant al roof top garden dell' Hotel Ambasciatori in via Roma 111.
L' aperitivo a base di prosecco e vini da una carta di qualità si può gustare anche d'inverno in terrazza, affacciati sui tetti di Palermo e sotto il calore emanato da eleganti lampade riscaldanti. Proprio la terrazza è stata recentemente oggetto di un intervento di restyling che ne ha accresciuto il fascino.
I piatti sono firmati dallo chef Fausto Matera che propone a cena un menù alla carta ricco di entrée e specialità gourmet a base di pesce o carne, primi gustosi e una varietà di dessert golosi.
Da segnalare come antipasto, i nuggets di pollo, le capesante, i gamberi al panko serviti con un invitante salsa, le ostriche.
Tra i primi un classico della cucina palermitana con variazioni sfiziose, lo spaghetto al burro affumicato, limone e ricci di mare. Tra i secondi, primeggia l'Angus argentino servito con verdure amare ai ferri laccate al BBQ e come pesce, l'ombrina con funghi al burro e veluté ai porri.
La cena è impiattata con grande eleganza e accompagnata da pane fresco, grissini da gustare con un olio extravergine di categoria superiore. Molto curata la scelta dei vini.
Il finale è affidato ai dolci, dal tiramisù al brownie di cioccolato con gelato.
La cucina è una rivisitazione in chiave moderna di grandi classici e incanta il palato per la qualità delle materie prime e la raffinatezza dell'impiattamento: mai come in questo caso, prima di tutto ogni piatto si mangia con gli occhi.
È disponibile anche un menù degustazione. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo, anche perché la location merita e l'esperienza è magica.
Clicca sul bottone in basso per esplorare il sito del Seven Restaurant
Il Made in Sicily e lo stabilimento Sicily Food Belice Valley in una giornata dedicata all'eccellenza della pregiata oliva siciliana
L'evento di degustazione della Prima Oliva Nocellara del Belice, promossa da Il Made in Sicily, è stata un’esperienza immersiva tra tradizione, innovazione e sapori autentici del territorio di Castelvetrano. La giornata si svolta nello stabilimento Sicily Food Belice Valley che ha ospitato giornalisti , influencer, food blogger e buyers che hanno avuto modo di conoscere il progetto Sicily Food Belice Valley, un progetto di aggregazione quasi rivoluzionario in una terra complessa. I fondatori de Il Made in Sicily Davide Morici e Giovanni Callea, hanno accompagnato tutti i partecipanti in un percorso olfattivo, degustativo e conoscitivo, tra sapori e sensazioni, immersi in una natura ricca di frutti prelibati da gustare.
L'oliva dop
La Nocellara del Belice è un’oliva straordinaria, apprezzata sia come oliva da mensa, ovvero da tavola, che per la produzione di olio extravergine di altissima qualità. Si caratterizza per la sua forma rotonda e regolare, la polpa soda e carnosa e un sapore equilibrato, con note fruttate e un leggero retrogusto amaro e piccante. È disponibile in due versioni principali: verde, raccolta precoce per esaltarne la croccantezza, e nera, raccolta a maturazione avanzata.
Lo stabilimento Sicily Food Belice Valley
Lo stabilimento aperto nel 2024 ha liberato oltre 40 produttori da sistemi di gestione del loro prodotto che di fatto spostavano marginalità sui comparti commerciali lasciando poco o nulla all’agricoltore, con il risultato di una progressiva perdita di potere di investimento da parte delle aziende agricole. E' stata fondata una cooperativa presieduta da Valentina Blunda. "Noi abbiamo ereditao un'antica tradizione del territorio, fin dal V secolo a.C., quella di produrre olio da olive che coltiviamo - ha spiegato la presidente - trovandomi a riorganizzare l'azienda di mio padre, ho voluto portare delle innovazioni. Legacoop mi ha aiutato a creare una coop, che è partita da 12 soci, con 6000 euro in cassa e la speranza di fare qualcosa di positivo anche per il territorio. Abbiamo avuto anche il sostegno del Dipartimento Agricoltura della Regione e questo ci ha portato a partecipare a fiere fino a conoscere la realtà de Il Made in Sicily, con cui collaboriamo. Ci siamo avvalsi anche di beni confiscati. L'età media in cooperativa è attorno ai 30 anni". Oggi, la cooperativa conta 40 produttori ed il fatturato è di 2 milioni di euro. Insieme, riuniscono 330 ettari di uliveto e 150 ettari di vigneto. Della coop fa parte, tra gli altri, anche un'azienda produttrice di conserve.
"Abbiamo cominciato a collaborare con questa azienda da quando è nata e abbiamo osservato i vari passi di crescita - ha commentato Giovanni Callea - non si tratta solo di una cooperativa di produttori di olio. Abbiamo avuto modo di portare la storia di questa azienda come case history a Berlino. In questa realtà imprenditoriale, l'innovazione è data da un processo rivoluzionario in un territorio caratterizzato dai beni confiscati, e che viveva nell'immobilismo. La cooperativa è cresciuta invece grazie all'aggregazione. Fino a due anni fa, tutto questo non c'era".
Primo Assaggio è stata l' occasione di prendere visione dello stabilimento e partecipare all’apertura del primo fusto di olive della campagna olivicola 2024.
L'evento
L’evento si è aperto con una breve conferenza con la presenza di esperti del settore, agronomi e rappresentanti della cooperativa, che hanno illustrato la storia e le peculiarità della Nocellara del Belice. Sono stati approfonditi i valori agricoli, culturali e nutrizionali che rendono questa oliva unica, nonché l'importanza del raccolto di quest’anno.
Dopo la conferenza, i partecipanti sono stati guidati in un tour esclusivo dello stabilimento di Sicily Food Belice Valley. E' stato possibile osservare le tecniche di produzione all’avanguardia e il rispetto delle antiche tradizioni, che insieme garantiscono la qualità e la genuinità del prodotto.
L' Azienda Agricola Vivona
Dopo il tour dello stabilimento, è stata la volta della visita all' Azienda Agricola Vivona sempre nel territorio di Castelvetrano della cooperativa, dove viene coltivata la Nocellara del Belice e che presto sarà una struttura ricettiva. Qui, i partecipanti hanno passeggiato tra gli uliveti e hanno assistito ad una sessione di potatura, interagendo con i produttori locali, ascoltando storie e aneddoti legati alla terra e ai suoi frutti e degustando i prodotti della cooperativa.
Visita il sito, cliccando sul pulsante in basso
Tre palermitani lanciano in Sicilia la moda della poké hawaiana
Non è solo una moda ma un'idea imprenditoriale che sta portando una ventata di novità in città. Poké Hawaiian Taste è la prima "pokeria" a Palermo, ma anche la prima catena di ristoranti del genere con tre punti vendita in piazza San Francesco di Paola 3/4, in via Marchese di Villabianca 38 e al mercato Sanlorenzo in via San Lorenzo 288, in costante crescita.
Tutto nasce da un'amicizia e diventa business. I fondatori sono partiti nel luglio 2019. Riccardo Gioia, Lorenzo Licata, Mirko Nigrelli, tre giovani palermitani under 35, hanno creato la Gilini Srl e dato vita al loro sogno.
Il primo punto vendita ad essere inaugurato è stato quello in Piazza San Francesco di Paola.
Da sempre, la società è attiva anche con il delivery e il take away con app di proprietà e consegna in tutta Palermo con propri rider e pure sulle piattaforme più diffuse. L'iniziativa imprenditoriale ha ottenuto supporto tramite il bando pubblico "Resto al Sud" promosso da Invitalia al fine di sostenere ed incentivare imprenditorialità al Sud Italia ed evitare così l'esodo dei giovani verso il Nord d'Italia o l'estero.
La sfida è stata quella di portare in una città “mangereccia” come Palermo ma vocata piuttosto alla tradizione e allo street food, il poké, piatto tipico della cucina hawaiana, prevalentemente a base di pesce crudo e che letteralmente significa "tagliato a cubetti".
Nei ristoranti Poké Hawaiian Taste, si preparano piatti salutari, per chi vuole mantenersi in forma, mantenendo alta la carica di energia e spendendo una cifra modica. La porzione da mezzo chilo costa poco più di 10 euro e contiene 90 grammi di riso, due porzioni di pesce a scelta (tra cotto, crudo o marinato) come salmone, tonno, gambero rosso di Mazara del Vallo o altre proteine come il pollo (c'è anche una versione con il formaggio Philadelphia), verdura cruda come lattuga o misticanza e una parte croccante a base di frutta secca o melagrana. Le salse con cui vengono servite fanno il resto. Un modo divertente, colorato e sano di approcciarsi ai pasti, componendo l’apporto nutrizionale, e i sapori, in maniera sempre diversa.
"Nei locali lavorano 25 dipendenti quasi tutti a tempo indeterminato, siciliani e dal Bangladesh - racconta Mirko Nigrelli, che si occupa delle pubbliche relazioni e del marketing - Abbiamo inoltre scelto packaging sostenibili, quasi totalmente compostabili, educando i clienti che arrivano alla raccolta differenziata. Anche nella scelta dei fornitori, preferiamo chi garantisce un approccio green".
Poké Hawaiian Taste ha lanciato il format “Fun&Fit”: lezioni gratuite di sport, dallo yoga al fitness cardio, in diversi spazi della città di Palermo. Gli eventi nascono per sensibilizzare i partecipanti al benessere circolare di corpo e mente passando dallo sport e dall’alimentazione consapevole.
Le proprietà nutrizionali e il focus sulle caratteristiche degli ingredienti sono al centro della comunicazione aziendale: toni divertenti, immagini colorate e contenuti formativi realizzati con il supporto di professionisti della nutrizione.
Oggi la community intorno a Poké Hawaiian Taste conta migliaia di poké lovers, soprattutto tra i 35 e i 50 anni, siciliani e turisti, che consumano quotidianamente o settimanalmente le bowl.
Clicca sul pulsante e visita il sito
Giordana Chifari e i suoi maritozzi
Figlia d'arte, pasticciera per passione, Giordana Chifari de Il Signor di Carbognano, la celebre catena di pasticcerie volute dall'imprenditore Edoardo Chifari, ha voluto sperimentare nei suoi locali un dolce insolito per il mercato palermitano abituato ai cannoli e alle cassate con ricotta della tradizione. Oggi, a fianco delle specialità palermitane, trionfa nei banconi di via Notarbartolo, via Ruggero Settimo e viale Strasburgo a Palermo il "maritozzo" di origine romana.
Come ha spiegato la Chifari ad ExpoCook alla Fiera del Mediterraneo dal 6 al 9 Marzo scorsi. "Il maritozzo romano ha un impasto simile alla brioche, con uova e burro. Io nell'impasto metto anche l' uvetta seguendo l'antica ricetta tradizionale, che neanche a Roma seguono più. La farcia è fatta di panna fresca lavorata con poco zucchero per bilanciare la ricchezza e la dolcezza degli altri ingredienti. Il segreto è anche la farina con cui lo realizziamo, la Panettone di Petra, farina di grano tenero che lo rende soffice ma mantiene anche la sua consistenza". Il sabato e la domenica quando sono preparati dalle mani sapienti di Giordana, si posso gustare su richiesta dopo una buona pizza da Archestrato di Gela.
Clicca sul bottone e visita il sito